Guardando a ritroso ai miei ultimi due anni, mi sono accorta che su due parole sto conducendo una mia ricerca personale, la prima è FELICITA’ e la seconda è AMORE.
In effetti queste due parole insieme possono facilmente trarre in inganno…detta così potrebbe sembrare che sia diventata una persona molto sentimentale, un’accanita lettrice di romanzi rosa Harmony :=)
In realtà io ho una domanda aperta, voglio capire cosa queste due parole significano e se sono esperienze possibili e “convenienti” per me e per le persone che mi stanno attorno.
Sulla FELICITA’ ho letto molti libri. E sull’AMORE? Anche (link ad alcune recensioni alla fine di questo post). L’ultimo a cui sono approdata è L’Arte di amare, scritto nel 1956 (ma totalmente attuale!) da Erich Fromm, psicologo, sociologo, filosofo, psicoanalista ed accademico tedesco.
L’aletta anteriore di questo libro rosso, già dalle prime righe prometteva di rispondere alla mia domanda aperta:
“Ogni essere umano avverte dentro di sé in modo istintivo e insopprimibile l’assoluta necessità dell’amore. Eppure, in molti casi, si ignora il vero significato di questo complesso e totalizzante aspetto della vita.”
Poi leggendolo sono emerse molte scoperte interessanti, frammenti di risposte alle mie domande, che mi piacerebbe condividere.
Per Fromm, l’amore è la risposta ad un bisogno fondamentale dell’uomo, quello di raggiungere l’unione con qualcosa al di fuori di sé, è la risposta alla sua solitudine che lo farebbe impazzire.
“L’amore maturo è unione a condizione di preservare la propria integrità, la propria individualità. L’amore è un potere attivo dell’uomo che annulla le pareti che lo separano dai suoi simili, che gli fa superare il senso d’isolamento e solitudine, e tuttavia gli permette di essere se stesso e di conservare la propria integrità. Sembra un paradosso, ma nell’amore due esseri diventano uno, e tuttavia restano due.”
Fromm indaga le diversità fra le forme d’amore in base all’oggetto:
-amore fraterno (per tutti gli esseri umani)
-amore materno
-amore erotico
-amore per se stessi
-amore per Dio
Potrebbero sembrare dell’ovvietà …ma non lo sono per me. Riflettere sulle diversità fra i diversi tipi di amore è stato importante per la mia crescita negli ultimi anni (sul medesimo tema avevo letto il libro di Lewis I quattro amori)
E’ importante non confondere il nostro bisogno di amare con quello di essere amati, sono due cose differenti. Anche questa potrebbe sembrare un’ovvietà …ma se ci pensate bene, è facile fare confusione. Per Fromm l’amore è innanzitutto una facoltà, un sentimento attivo, non passivo.
“Amore è soprattutto dare e non ricevere. Dare è la più alta espressione di potenza e di vita. Nello stesso atto di dare io provo la mia forza, la mia ricchezza, il mio potere, e questa sensazione di vitalità mi riempie di gioia.”
L’innamoramento è uno stato alterato che serve all’avvicinarsi all’altro, ma poi passa, ed è giusto che sia cosi. Per coloro che si innamorano follemente (non tutti lo fanno), bella questa sottolineatura.
“Via via che due soggetti diventano bene affiatati, la loro intimità perde sempre più il suo carattere miracoloso, finché il loro antagonismo, i loro screzi, la reciproca sopportazione uccidono ciò che resta dell’eccitamento iniziale. Eppure, all’inizio, essi non lo sanno; scambiano l’intensità dell’infatuazione, il folle amore che li lega, per la prova dell’intensità del loro sentimento, mentre potrebbe solo provare l’intensità della loro solitudine”.
“Va menzionato un altro errore frequente. L’illusione che l’amore implichi necessariamente l’assenza del conflitto. Così come è opinione comune che il dolore e la tristezza dovrebbero essere evitati in tutte le circostanze, la gente spesso crede che l’amore significhi l’assenza di ogni conflitto. (..) I veri conflitti tra due persone non sono mai distruttivi. Portano alla chiarificazione, producono una catarsi, dalla quale i soggetti emergono con maggiore esperienza e maggiore forza.”
“L’amore è possibile solo se due persone comunicano tra loro dal profondo del loro essere, vale a dire se ognuna delle due sente se stessa dal centro del proprio essere. Solo in questa “esperienza profonda” è la realtà umana, solo là è la vita, solo là è la base per l’amore. L’amore, sentito così, è una sfida continua; non è un punto fermo, ma un insieme vivo, movimentato; anche se c’è armonia o conflitto, gioia o tristezza, è d’importanza secondaria dinnanzi alla realtà fondamentale che due persone sentono se stesse nell’essenza della loro esistenza, che sono un unico essere essendo un unico con se stesse, anziché sfuggire se stesse. C’è solo una prova che dimostri la presenza dell’amore: la profondità dei rapporti, e la vitalità e la forza in ognuno dei soggetti.”
Per Fromm, amare è un’arte e come tutte le arti può essere imparata e richiede un percorso di apprendimento, non è una capacità istintiva e innata, ma richiede un lavoro su di sé, saggezza, umiltà e coraggio.
“Ogni tentativo d’amare è destinato a fallire se non si cerca di sviluppare più attivamente la propria personalità (….) La gente non pensa che l’amore non conti. Anzi, ne ha bisogno; corre a vedere serie interminabili di film d’amore, felice o infelice, ascolta canzoni d’amore; eppure nessuno crede che ci sia qualcosa da imparare in materia d’amore.Che niente è più facile che amare ha continuato ad essere il concetto prevalente sull’amore, ad onta dell’enorme evidenza del contrario. Non vi è impresa o attività che sia iniziata con simili speranze e illusioni, che tuttavia cada così regolarmente, come l’amore. Se ciò avvenisse per qualsiasi attività si sarebbe impazienti di conoscere le ragioni del fallimento, o d’imparare a comportarsi meglio, oppure si abbandonerebbe quell’attività. Ma l’ultima ipotesi è improbabile, in materia d’amore.
Soltanto un mezzo sembra esista per evitare il fallimento del proprio amore: esaminare le ragioni e studiare il significato della parola amore, e convincersi che l’amore è un’arte e va imparata.”
Amore come soddisfazione reciproca e amore come cooperazione, come rifugio ottuso alla solitudine sono le due normali forme di disintegrazione dell’amore nella società occidentale, la patologia socialmente schematizzata dell’amore (queste due forme di disamore sono talmente diffuse da essere considerate normali).
Poi Fromm descrive una serie di amori patologici o “psuedo-amori”, collegandoli alle distorte relazioni con la famiglia di origine: uomini che nel loro sviluppo emotivo sono rimasti legati alla madre in modo infantile, amore idolatrico per l’altro partner, amore sentimentale (cioè staccato dalla realtà e vivo solo nei sogni), ma la lista è molto più lunga …
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La posta per me è finita. Buona lettura!!!
Ecco i link alle recensioni su alcuni dei libri letti in questi anni sulla FELICITA’:
L’equazione della felicità di Mo Gawdat
Felicità è donarsi di Claudio Risè
L’arte di far succedere le cose di Daniel Lumera
E questi i libri sull’AMORE:
Ogni storia è una storia d’amore di Alessandro D’Avenia
Confidenza di Domenico Starnone
Guarire d’amore di Irvin Yalom
Il dilemma dell’estraneo di Larissa Macfaquhar