Nel prepararmi per il mio percorso come Genio Positivo, ho “attratto” un altro libro che risponde in pieno ad alcune mie domande aperte.
Tempo fa mi domandavo qui cosa significa “far succedere le cose”.
“Il termine desiderio è formato dalla particella privativa de e il termine latino sideris che significa stella (…) Ha avuto origine dal linguaggio degli antichi aruspici, che traevano le proprie profezie dall’osservazione delle stelle: trovando il cielo coperto di nuvole, non potendo vedere il firmamento, si accendeva in loro un desiderio profondo delle stelle.
La caratteristica del desiderio, evidenziata dal suo significato etimologico, è una condizione di assenza dell’infinito. Il desiderio tende alla totalità, mentre il bisogno è limitato ad un oggetto definito. Il desiderio non è mai appagato in modo definitivo dalle cose determinate e limitate. Non è l’oggetto del desiderio che realmente si vuole, ma ciò che esso rappresenta: un simbolo.
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Quando i desideri si manifestano, soprattutto quelli improvvisi e intensi, ci offrono sempre due possibilità: fermarci alla realtà apparente (la voglia di gelato) oppure scavare in noi stessi e accedere alla realtà sostanziale che il desiderio indica, a ciò che di noi rivela. Scegliere di scavare e analizzare le ragioni dei desideri, non ci vieta di appagarli(…)
E poi è una domanda sempre aperta quella su cosa farmene dei miei “desideri”.
Per imparare l’arte di far succedere le cose è necessario prima di tutto andare oltre l’apparenza e la superficialità di ciò che avviene nella nostra vita, cercare e trovare il significato e la realtà sostanziale che esiste più in profondità.”
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