Solo chi vive il suo rapimento genera rapimenti e provoca destini.
Solo se so che cosa ci sto a fare al mondo metto in crisi positiva un adolescente, che non vuole che gli si spieghi la vita, ma vuole che la vita si spieghi in lui. (…) Per questo in noi devono trovare chi è sicuro di essere se stesso, fragilità comprese, inadeguatezze comprese, fallimenti compresi, insomma limiti compresi.
C’è tutto in questo libro. Seguendo la pista di una citazione sui social, mi sono ritrovata immersa in uno di quei libri che vorresti non finissero mai e che sono pieni zeppi di sottolineature.
Scrivere vuol dire portare alla luce le cose nascoste, trovare le parole per rendere visibile l’invisibile.
Ecco alcune delle parole a cui ho dato un nuovo significato in queste settimane in compagnia di D’Avenia:
– destino trasformato in destinazione
– rapimento o passione, erotica (trasporto per chi e cosa si ama) ed eroica (capacità di farsi carico di chi e cosa si ama)
– meraviglia
– rose e libri
– immaginazione
– bellezza
– cuore / ragione
– uso dei 5 sensi
– valere la pena
– compimento come processo
– divertimento
– stelle
– talento
– noia
– fedeltà a se stessi e al proprio destino
– scrittura, poesia, raccontare
– nuovo ed originale
– vulnerabilità
– amore (“Solo l’amore ci perdona di essere come siamo e forse non è una buona notizia”)
– amicizia (“Senza amici nulla può essere riparato”)
– riparazione e balsamo
– malinconia
– incanto / disincanto / canto
– maturità come arte di morire
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[…] ha colpito molto riprendere in mano oggi questo libro e scoprire come si intitolava. Dopo “L’arte di essere fragili” di Alessandro D’Avenia e “L’arte di amare” di Erich Fromm, mi sono accorta che un terzo “libro […]