I libri si prendono cura di noi. Avevo bisogno di emergere dalla nebbia (nebbia = mancanza di connessione con se stessi) con cui stavo combattendo in questa quarantena e sapevo che un nuovo libro di Irvin Yalom avrebbe potuto aiutarmi.… la sua capacità di intrecciare filosofia, letteratura e psicologia è unica e crea un mix potente.
Come negli altri due suoi romanzi – “Le lacrime di Nietzsche” e “Il problema Spinoza” – Yalom si ispira liberamente alla vita di un filosofo e ci costruisce intorno una storia. Ne “La cura Schopenhauer” si racconta della relazione fra lo psicoterapeuta Julius Hertzfeld (che scopre di avere di fronte un anno di vita e fa i conti con la sua morte) e Philip Slate, ex paziente di Jiulius ed ora aspirante “consulente filosofico”, nonché fan estremo del filosofo Schopenhauer. Intorno a loro, la vita intensa e vibrante del gruppo di terapia guidato da Juilius e composto da Pam, Rebecca, Bonnie, Gill, Stuart e Tony (ne ho imparato a memoria i nomi, sono diventati miei amici :=)
Per chi non lo conoscesse, Schopenhauer è un filosofo un poco “antipatico”, vi tratteggio da inesperta alcuni dei punti del suo pensiero, così come raccontati da Yalom. La vita è sofferenza, è un male in se stessa e quando moriremo ci riuniremo alla vita originaria che giace fuori dal tempo. La vita è solo triste alternanza di volontà-desiderio-soddisfazione-noia, per l’uomo l’unica possibilità è “saltare fuori dalla ruota” dimorando nel mondo puro delle idee platoniche, azzerando i rapporti con i bipedi (gli altri esseri umani) e nutrendosi solo delle relazioni con i grandi pensatori.
Non sarebbe stato interessante approfondire la filosofia di Schopenhauer, molto distante dal mio approccio alla vita, ma è stato molto illuminante vederla applicata alla lettera alla vita di un uomo – Philip Slate – e vedere le conseguenze pratiche che questo approccio comporta.
Philip offre il suo aiuto filosofico a Julius per affrontare la morte e nello scambio fra i due, all’interno delle dinamiche del gruppo di terapia, emergono le differenze fra i loro due modelli. A ciascuno la scelta fra quale sia il preferibile.….
Questa la posta per me nei passaggi del romanzo:
IL PUNTO CIECO
So com’è – disse Julius – Ho queste stesse reazioni impulsive davanti alle critiche. Ma lascia che ti dica cosa ho imparato a fare. Il vero trucco sta nel pensare al feedback come a un dono (…) Il modo in cui io procedo consiste nel controllare in me stesso e chiedere se corrisponde alla mia esperienza di me stesso. C’è per caso una parte, anche solo un pezzettino, persino un cinque per cento, che sembra vera? Cerco di rammentare se altre persone in passato mi avevano dato una risposta simile. Penso ad altre persone con le quali io possa controllare la cosa. Mi chiedo se qualcuno non stia lavorando su uno dei miei punti ciechi, qualcosa che loro vedono e che io non riesco a vedere…
LE POSSIBILITA’
Per diventare vecchia con grazia dovevo accettare di limitare le possibilità (…) La morte è l’impossibilità di ulteriore possibilità.
STATO DI MERAVIGLIA
Tutto nella vita di Jiulius, le cose grandi e quelle piccole, apparivano più tenere e vivide. Naturalmente le sue settimane erano sempre state contate, ma i numeri sembravano così grandi, così protratti verso un futuro destinato a durare per sempre, che non aveva mai affrontato l’idea del loro esaurirsi. (…) Se si è nella giusta prospettiva, se l’attenzione è profonda e la conoscenza vasta, si entra nella quotidianità di ogni giorno in un perpetuo stato di meraviglia.
COME SALVARE IL TUO MATRIMONIO
L’unico modo in cui puoi salvare il tuo matrimonio è avendo la voglia (e la capacità) di uscirne.
IMPERDONABILE O NON PERDONATO?
Non perdonato e imperdonabile sono due cose diverse. Imperdonabile tiene la responsabilità fuori di sé, mentre non perdonato pone la responsabilità sul proprio rifiuto di perdonare. E’ la differenza fra prendersi la responsabilità per quello che si è fatto o rimproverare qualcun altro.
SUB SPECIE AETERNITATIS
Spinoza amava usare l’espressione latina sub specie aeternitatis. Suggeriva che i fastidiosi eventi quotidiani diventano meno sconvolgenti se sono considerati dal punto di vista dell’eternità.
Mi sono segnata anche alcune frasi di Schopenhauer che – pur essendo antipatico – su alcune intuizioni era comunque geniale:
IL SEGRETO
Se io taccio il mio segreto, esso è mio prigioniero: se lo lascio sfuggire, io sono suo prigioniero. All’albero del silenzio sta appeso un frutto, la pace.
IL ROVESCIO DEL TESSUTO RICAMATO
Si può inoltre paragonare la vita a un tessuto ricamato, di cui ognuno può vedere il lato esterno nella prima metà della sua esistenza, e il rovescio nella seconda: quest’ultimo non è così bello, ma più istruttivo, poiché lascia riconoscere la connessione dei fili.
GLI ERRORI DEGLI ALTRI
Dobbiamo usare indulgenza per ogni stoltezza, errore, vizio degli uomini, riflettendo che non ci troviamo davanti se non i nostri stessi errori, vizi e follie: infatti sono gli errori dell’umanità, alla quale anche noi apparteniamo e della quale quindi portiamo in noi tutti gli errori, dunque anche quelli che ora ci fanno indignare, solo perché non affiorano proprio ora in noi.