Amo da sempre i colori, Innovation Colors è il nome della mia società e osservo il mondo innanzitutto con un filtro estetico e cromatico …ma prima del corona-virus non avevo mai avuto il tempo di soffermarmi sul perché i colori mi piacessero così tanto.
Non mi ero mai data il permesso di esplorare questa mia passione per cercare di capirne qualcosa di più….ad inizio marzo l’ho fatto, mi hanno spinto ad andare a fondo del mio “rapimento” la sospensione di alcune attività lavorative, il blocco in casa, ma soprattutto alcuni video di Alessandro D’Avenia in cui sono incappata per caso.
Faccio un inciso su questi video, perché sono stati importanti per me e ne consiglio la visione anche a voi, per la ricerca del vostro personale rapimento…durano 10 min ciascuno, si può fare :=)
Dall’11 marzo al 26 marzo 2020, nel pieno del lock-down e per dare una lezione al virus, dalle sue pagine social D’Avenia lancia le sue video-dirette della serie “La casa ce l’avete dentro, restateci e ampliatela”.
Ogni giorno con un look diverso, con le sue bretelle, la sua camicia bianca e i suoi maglioni di diversi colori, il professore duepuntozero si presenta in piedi nel soggiorno di casa sua, raccontando a puntate una storia, incentrata sulla vocazione e su come usare il tempo fermo del lock-down per scoprirla, attraverso 3 passi:
– osservare la realtà,
– non lasciare cadere l’ispirazione e l’ardore
– cercare un maestro.
Le sue parole erano rivolte agli studenti del liceo, ma non solo a loro. A ritroso, posso dire che D’Avenia sia stato per me in qualche modo un maestro, il maestro di cui avevo bisogno in quel momento….
Le 16 puntate sono registrate e potete rivederle sulla pagina FB di D’Avenia, in particolare vi consiglio queste 3:
–puntata 3 del 13 marzo – il daimon e la felicità
–puntata 4 del 14 marzo – un metodo per trovare il proprio rapimento
–puntata 11 del 21 marzo – è troppo tardi per cercare il proprio rapimento quando si è adulti?
Terminato l’inciso sul mio maestro, torno alle mie scoperte sui colori………Ad inizio marzo, proprio grazie a D’Avenia, ho dunque ripreso in mano i libri sui colori che avevo comprato negli anni passati e mai letto. Il primo da cui sono partita è UN COLORE TIRA L’ALTRO – Diario Cromatico di Michel Pastoureau. Pastoureau è riconosciuto a livello internazionale come il massimo esperto del colore, ha scritto numerosi libri sulla storia dei colori, tradotti in molte lingue. Ma questo suo diario cromatico è un libro particolare: racchiude brevi pensieri e riflessioni – come se fossero pagine di un diario personale – emerse da incontri fatti, viaggi in luoghi particolari, oggetti visti, il tutto a partire dal suo filtro cromatico con cui osserva il mondo.
Ho scoperto molte cose in queste duecento pagine. Di seguito ne condivido qualcuna con voi.
Innanzitutto ho scoperto che il colore è al centro di diverse discipline di studio: storia, storia dell’arte, design, branding, sociologia, psicologia, fisica, chimica… e che per ciascuna di queste assume una dimensione differente.
Ho anche scoperto che mi piacciono i colori per la loro connessione stretta con la Bellezza (con la B maiuscola): prima di essere luce o materia, sensazione o percezione, un colore è innanzitutto un’astrazione, un concetto, un’idea, che produce bellezza palpabile senza poter essere racchiuso in una definizione.
Quale è la definizione di colore? “Le definizioni suggerite non sono mai né complete, né univoche, né pienamente soddisfacenti (…) Frazione di luce? Pigmento o colorante? Sensazione che coinvolge la relazione occhio-cervello? Fenomeno percettivo complesso? Tutte queste cose insieme? Di sicuro, ma i colori sono anche altro. Prima di essere luci o materia, prima di essere sensazioni o percezioni, i colori sono categorie mentali, una sorta di caselle di preconcetti, pronte ad essere attivate, riempite, applicate, pensate, nominate, catalogate, semantizzate, organizzate strutturate.”
“Wittgenstein sottolinea come il colore sia ribelle a qualsiasi analisi…Se ci chiedessero che cosa significano le parole rosso, blu, nero, bianco potremmo di certo indicare immediatamente certe cose che hanno quei colori, ma la nostra capacità di spiegare i significati di queste parole non va oltre.”
Nella società occidentali ci sono solo 11 colori, sei di base (bianco, nero, rosso, verde, giallo e blu) e cinque secondari (rosa, arancione, viola, marrone e grigio). E da queste discendono milioni di sfumature, cioè variazioni dei colori, in base a diverse tecniche, supporti, ecc
“Mi viene la tentazione di entrare nel negozio e chiedere il prezzo di due o tre paia di occhiali, anche se so che farei fatica a scegliere, e che ciò che mi attira non è tanto un colore in particolare, ma l’arcobaleno che compongono nell’insieme. Succede la stessa cosa in qualsiasi negozio d’abbigliamento: una pila di camicie, di polo o di magliette a maniche corte di dieci o dodici colori diversi ha un potere di seduzione ineguagliabile; ma un capo fuori dalla pila e isolato perde una buona parte della sua attrattiva. Un colore, qualsiasi esso sia, risalta appieno solo quando è associato o messo a confronto con molti altri colori. Da solo, è meno vivido, più ordinario, quasi scialbo. Dal monocromo all’incolore il passo è breve.”
Bella questa descrizione…per me è una metafora perfetta della diversità come ricchezza e dell’azienda come insieme di persone diverse che solo insieme producono risultati eccellenti.
Il significato dei colori non è universale ed è legato alla storia di un popolo. Il libro spazia da un colore all’altro evidenziando i significati simbolici che la società occidentale ha dato ai diversi colori, ed è affascinante ripercorrerne alcuni: bandiere, squadre di calcio, partiti politici, segnaletica stradale, colori del Natale, piste da sci, cinture judo, divise militari …
Ed arrivo a me. Questo diario cromatico mi ha fatto rendere conto di avere sempre osservato il mondo con un’attenzione particolare al colore, ma senza averne la piena consapevolezza. E’ stato un insight potente.
Metto in ordine alfabetico gli oggetti su cui la mia “attenzione cromatica” si è soffermata nel tempo, per ciascuna di queste categorie potrei scrivere, come ha fatto Michel Pastoureau, un mio diario cromatico. Ho osservato con curiosità i colori di molteplici “oggetti”:
alberi (in diverse ore del giorno e in diverse stagioni),
auto,
bandiere,
borse,
capelli,
caramelle,
colori in senso ampio (tempere, matite colorate, acquarelli, pastelli a cera, …),
collane,
coloranti alimentari,
divise delle squadre di calcio,
emozioni,
fiori,
foulard,
frutta,
Lego,
libri,
magliette,
marchi,
occhi,
occhiali da sole (lenti e montature),
orologi Swatch,
Pantone,
pareti di casa,
pelle,
piatti,
post-it,
smalto per unghie,
evidenziatori,
trend dei colori della moda, …..
Iniziate anche voi a guardare con attenzione e curiosità i colori delle cose intorno a voi e scoprirete cose interessanti, ve lo assicuro.
Un altro libro fondamentale sui colori in cui mi sono imbattuta è CROMOSOFIA di Ingrid Fetell Lee, che indaga su come i colori degli oggetti e dei luoghi intorno a noi abbiano impatto sulle nostre emozioni. Ma ve ne parlerò in un altro post.
CROMOSOFIA e UN COLORE TIRA L’ALTRO mi ha portato alla creazione del workshop “CROMOFOBIA – Chi ha paura dei colori?”. La prima sperimentazione è stata ieri all’interno dell’Experiential Training BarCamp 2020, ma ce ne saranno presto altre, stay tuned :=)