Diceva Agatha Christie: «Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova».
Mi ha colpito molto riprendere in mano oggi questo libro e scoprire come si intitolava. Dopo “L’arte di essere fragili” di Alessandro D’Avenia e “L’arte di amare” di Erich Fromm, mi sono accorta che un terzo “libro d’arte” mi aveva insegnato molto: “Arte di ascoltare e mondi possibili” di Marianella Sclavi.
In queste settimane di quarantena, le giornate sono scandite dai pranzi e le cene insieme, momenti di grande scambio in cui la domanda chiave a cui ciascuno di noi risponde è “Cosa abbiamo imparato oggi?” Come diceva lo psichiatra Giovanni Stanghellini in un’intervista, questi pranzi e cene sono situazioni in cui i nostri normali punti esclamativi si piegano in punti interrogativi. Ciascuno di noi, anziché “urlare” il suo punto di vista, cerca di porlo, chiedendo agli altri cosa ne pensano.
Nell’interazione così intensa fra di noi, l’ascolto diventa una capacità importante, preziosissima per stare bene insieme e per crescere, anche in una situazione critica come quella che stiamo vivendo. E mi sto rendendo conto che – a 18 come a 50 anni – l’ascolto è una competenza da apprendere continuamente e da allenare…
Il libro “Arte di ascoltare e mondi possibili” è una miniera d’oro e contiene tantissimi spunti, per la vita in famiglia, ma anche per le relazioni con i vostri colleghi in ufficio.
Vi riporto qua LE 7 REGOLE DELL’ ARTE DI ASCOLTARE, iniziate ad ispirarvi con queste, poi leggete il libro e ne capirete molto di più (la mia preferita è la 5):
1. Non avere fretta di arrivare a delle conclusioni. Le conclusioni sono la parte più effimera della ricerca.
2. Quel che vedi dipende dalla prospettiva in cui ti trovi. Per riuscire a vedere la tua prospettiva, devi cambiare prospettiva.
3. Se vuoi comprendere quel che un altro sta dicendo, devi assumere che ha ragione e chiedergli di aiutarti a capire come e perché.
4. Le emozioni sono degli strumenti conoscitivi fondamentali se sai comprendere il loro linguaggio. Non ti informano su cosa vedi, ma su come guardi. Il loro codice è relazionale e analogico.
5. Un buon ascoltatore è un esploratore di mondi possibili. I segnali più importanti per lui sono quelli che si presentano alla coscienza come al tempo stesso trascurabili e fastidiosi, marginali e irritanti perché incongruenti con le proprie certezze.
6. Un buon ascoltatore accoglie volentieri i paradossi del pensiero e della comunicazione. Affronta i dissensi come occasioni per esercitarsi in un campo che lo appassiona: la gestione creativa dei conflitti.
7. Per divenire esperto nell’arte di ascoltare devi adottare una metodologia umoristica. Ma quando hai imparato ad ascoltare, l’umorismo viene da sé.
PS Ritorno ai tre indizi che fanno una prova da cui sono partita: dopo aver letto ed essere stata così colpita da questi tre “libri d’arte”- “L’arte di essere fragili”, “L’arte di amare” e “Arte di ascoltare e mondi possibili” – ho capito che l’ARTE (in senso ampio) c’entra in qualche modo con me…….