Impegnativo, ma lo consiglio.
Ci sono tantissimi passaggi che mi hanno colpito:
– la solitudine come condizione per comprendere sé e comunicare,
– la differenza solo quantitativa e non qualitativa fra la follia e la non-follia,
– la fragilità come caratteristica normale della vita,
– la capacità di comprendere le emozioni (proprie e degli altri) come elemento chiave per entrare in connessione,
– l’equilibrio fra identità ed alterità,
– la speranza che risana le ferite.……
Vi riporto un pezzo sulle relazioni umane:
Come diceva Rainer Maria Rilke: “Ché non si deve solo alla pigrizia se le relazioni umane si ripetono così indicibilmente monotone e senza novità da caso a caso, ma alla paura di un’esperienza nuova, imprevedibile, a cui non ci si crede maturi. Ma solo chi è disposto a tutto, chi non esclude nulla, neanche la cosa più enigmatica, vivrà la relazione con un altro come qualcosa di vivente”.
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[…] Il fiume della vita è l’autobiografia di Eugenio Borgna, di cui avevo già letto il bellissimo libro “Le parole che ci salvano”. […]