La casa degli sguardi. La casa è l’Ospedale Pediatrico del Bambino Gesù, gli sguardi sono quelli che Daniele, il protagonista, scambia con i piccoli pazienti che incontra, di giorno e di notte, facendo il suo lavoro nella cooperativa di pulizie che lo ha da poco assunto.
E’ una storia di rinascita, di riscoperta dell’amicizia e dell’attenzione, contrapposta alla “dimenticanza” che per Daniele, ragazzo sensibile e fortemente esposto al dolore, all’inizio del racconto è l’unico modo per sopportare il peso della vita.
La strada del cambiamento non è facile, anche quando Daniele intuisce di voler stare lontano dai bicchieri di vino bianco. La decisione definitiva accade dentro l’ospedale, dopo essere stato oggetto dello sguardo di un bambino ed aver assistito ad uno scambio di sguardi e di carezze.
Uno sguardo può cambiare la vita di un uomo. In questi mesi di mascherine, possiamo più che mai capirlo.
Ecco la posta per me.
CAPIRE VS ACCOGLIERE
La necessità di capire, comprendere, vorrei saper spiegare il come e il perché di quel che ho visto, poterlo possedere tra le cose conosciute, solamente così potrò superare questa paralisi (…) Non serve capire, comprendere. Serve accogliere l’umano con tutta la forza che ci è concessa.
ORRORE COME DIAFRAMMA
Fronteggiare l’orrore per sfondarlo…perché solo così può essere, consumandomi nella vicinanza, nell’accettazione di ogni orrore possibile vivendolo per quel che è veramente: un diaframma. Un velo nero da strappare. Dietro quel velo resistiamo bambini, tutti. Sempre.
MOMENTI DI LUCE
Perderò la luce di questo momento, non so se un poco alla volta o tutta in un solo istante.
Ma ne porterò per sempre la testimonianza, perché uno solo di questi momenti basta a illuminare una vita intera.
SENSIBILITA’
Se potessi vedere esaudito un desiderio, chiederei la totale interdizione del concetto di “sensibilità”, almeno quando utilizzato per vagheggiare sull’animo umano. Un solo concetto per mille e mille inesattezze, buonismi pericolosi, ritardate o mai compiute prese di coscienza.
NON C’E’ INFELICITA’ A PERDITA D’OCCHIO
Appoggiato alla balaustra del belvedere, mi fermo a guardare. Ogni singola particella del cosmo sembra in armonia con quello che ha intorno, nulla stride, non c’è infelicità a perdita d’occhio. Dio si palesa così, parla dentro questi momenti, l’attimo in cui il respiro si ferma.