Scrivo questo post dopo averne letto un articolo sulla Formazione Esperienziale di Team, scritto da Paola Ferrario, una mia collega in Connectance.
Semplice e chiaro, l’articolo mi ha spinto a fare delle riflessioni analoghe sulla mia attività di Coaching Individuale.
Cosa è cambiato nei percorsi di coaching individuale – con executive e manager – che sto svolgendo da inizio marzo via skype anziché in persona? Le modalità sono cambiate, ma l’efficacia è rimasta, anzi a mio avviso il valore di una sessione di coaching è incrementato e queste sono per me le 5 motivazioni principali.
Il collegamento del coachee da casa
A meno di difficoltà particolari (figli piccoli a cui badare, difficoltà di connessione o spazi in casa che non permettano la privacy) il fatto di svolgere la sessione dalla propria abitazione rende il coachee più a suo agio e fisicamente staccato dalle preoccupazioni aziendali, più disposto a prendersi un tempo per sé di apprendimento.Il coach riesce dunque a connettersi con il coachee e a supportarlo nel suo lavoro di riflessione e apprendimento in modo addirittura più facilitato rispetto ad una sessione di coaching di persona negli uffici dell’azienda.
L’uscita obbligata dalla zona di confort, per tutti
Quando tutto crolla e molte delle certezze di un manager sono messe sotto scacco, accade che le persone siano più disposte a riflettere sulle proprie priorità, anche rimettendo in discussione schemi ripetuti di comportamento.Il coach può aiutare il suo cliente a ri-focalizzare – in un contesto incerto, ambiguo e in continua trasformazione – le proprie mete e gli strumenti per raggiungerle.
La difficoltà e la “solitudine” delle decisioni personali da prendere
Il lavoro a distanza e la complessità delle decisioni da prendere rendono particolarmente pesante il carico emotivo del leader in questo periodo.La possibilità di potersi confrontare con un coach esterno e non coinvolto nelle problematiche aziendali, aiuta a vedere con più lucidità le situazioni, osservando se stessi dal di fuori.
Il lockdown come un’astensione di maternità collettiva
Come ho scritto altrove, il lockdown che abbiamo vissuto assomiglia ad un’astensione di maternità (obbligatoria) vissuta questa volta anche dagli uomini. Ha creato per tutti una discontinuità, un’interruzione del normale flusso di lavoro, carriera, obiettivi di business. In un momento del genere, pur nelle difficoltà oggettive che questo comporta, è paradossalmente più facile uscire dagli schemi soliti di pensiero e azione.Un coach può dare un supporto metodologico importante per fare chiarezza sulle priorità, definire i propri obiettivi e un piano d’azione per raggiungerli.
La speranza (im)possibile
Mi sto facendo l’idea che il compito primo di un leader oggi è di avere visione sul futuro e sostenere la speranza propria e del suo team, con tutte le complessità che questo può voler dire in questo momento. Speranza, parola impegnativa, Treccani la definisce “Sentimento di aspettazione fiduciosa nella realizzazione, presente o futura, di quanto si desidera” . In questo momento per me significa credere che esista e testimoniare agli altri una possibilità di futuro.Il coach può aiutare il suo cliente a far luce sugli scopi alti suoi personali e della propria azienda, per poi definire le strade da percorrere nell’immediato – anche faticose – per costruire il futuro.