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“Per la maggior parte di noi non è facile trovare un equilibrio tra il nostro funzionare come singoli e l’interagire con gli altri, prestando attenzione ai nostri e ai loro bisogni. Non è facile collaborare ed è difficile comprendere che l’invidia, l’avidità, la superbia, la diffidenza, il rancore, la delusione e perfino la rinuncia entrano in azione in una realtà (l’azienda) sempre più veloce e sempre più fluida. Pensare che le nostre competenze possano funzionare prestando attenzione solo alla loro componente logico-funzionale…è la più grande falsità di tutti i percorsi di apprendimento”.
Così si legge sulla quarta di copertina del libro di Angela Gallo “Competenze e sentimenti” e questa frase mi ha da subito incuriosito…leggendo il libro ho scoperto molte altre cose interessanti.
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Innanzitutto ho ripassato il significato di alcuni termini, a partire delle due parole del titolo: competenze e sentimenti.
Le COMPETENZE sono composte da due categorie di requisiti: le conoscenze tecnico-professionali e le capacità. Mentre le prime sono il sapere legato ad una professione, le capacità sono specifiche modalità di fare, che apprendiamo facendo e che risiedono nella memoria a lungo termine. Le capacità non sono sinonimo di carattere o di doti innate, ma sono modificabili e sono il risultato del nostro apprendimento, delle nostre esperienze, della nostra motivazione. Le capacità possono essere raggruppate in 5 aree: intellettuali, gestionale, innovativa, emozionale, relazionale.
Passando alla seconda parola del titolo, il termine SENTIMENTO viene spesso usato come sinonimo di emozione, ma in realtà ha un significato differente.
Le emozioni sono passioni – per lo più di breve durata e a volte di forte intensità – provate dall’individuo, si attivano in modo involontario e sono legate alla nostra biologia. Paul Ekman considera 6 emozioni primarie: felicità, rabbia, tristezza, paura, disgusto e sorpresa (le prime 5 sono quelle del film Inside Out)
I sentimenti sono invece degli stati d’animo più duraturi, che nascono dal nostro apparato fisico-sensoriale e dalle emozioni, ma sono state elaborate sulla base dei nostri parametri cognitivi, valori e credenze.
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Terminate le definizioni di base, ritorniamo ai contenuti del libro.
Il testo parte dalla mappatura di 12 capacità/competenze (l’autrice in questo caso usa i due termini come sinonimi): orientamento all’apprendimento, propensione al nuovo, comunicazione, leadership, disponibilità ai rapporti interpersonali, orientamento al cliente, gestione dei conflitti, fiducia in sé, tenacia, decisione, iniziativa, organizzazione
E ciascuna di queste capacità viene abbinato un sentimento produttivo: entusiasmo, intuito, generosità, saggezza, amicizia, empatia, perdono, ottimismo, pazienza, coraggio, fiducia, diligenza. E un sentimento distruttivo: delusione, vergogna, avidità, superbia, invidia, indifferenza, rancore, pessimismo, rinuncia, paura, diffidenza, accidia.
“Questa è la tesi sostenuta nel libro : le competenze sono requisiti indispensabili per il raggiungimento dei risultati (in azienda) e sono frutto della passione dei sentimenti positivi che sostengono e guidano come un faro. Talvolta però il sentimento distruttivo può prendere il sopravvento sulle competenze e allora i risultati si allontanano”.
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Illuminante per me questo modo di guardare alle capacità, agganciandole ad un sentimento predominante. E mi ha molto colpito il fatto che sentimento positivo e sentimento distruttivo siano in qualche modo due facce della stessa medaglia, due estremi di un unico segmento: chi eccelle in un certa capacità ha imparato a sviluppare il sentimento positivo, ma la vita ci mette di fronte a situazioni e sfide sempre diverse e – in quanto esseri umani liberi – in ogni momento possiamo optare per il sentimento distruttivo.
Mi ha colpito poi la modalità “rispettosa” usata per descrivere i sentimenti distruttivi. Molti libri si soffermano sulle competenze e i sentimenti positivi del leader in azienda, ma sino ad ora non avevo intercettato testi che parlassero di quelli negativi.
“Abbiamo voluto accennare anche a quelli negativi perché nelle aziende se ne parla ancor troppo poco; alcuni sono dei veri e propri tabù. …Ma i sentimenti negativi ci fanno soffrire e possono essere la causa di tanti insuccessi personali e aziendali. Inoltre, quando entrano in gioco abbassano notevolmente l’efficacia di esercizio delle competenze, distruggono energie, intelligenze e ricchezze”.
Il libro poi è ricco di moltissimi spunti. Vi consiglio di leggerlo a partire dalle capacità che ritenete di avere più sviluppate (o viceversa da quelle che non avete mai allenato!) e scoprirete cose interessanti. Io per esempio mi sono appassionata in particolare al cap 9 dedicato alla capacità di apprendimento, che è un po’ il mio pallino….ne racconto più nel dettaglio nel post Capacità di apprendimento, entusiasmo e curiosità.
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Per concludere, c’è un ultimo motivo per leggere “Competenze e sentimenti”: è un libro che racconta il mondo a partire da uno sguardo femminile e per me – da sempre interessata all’empowerment femminile – questo lo rende ancora più speciale.
E’ il frutto di un’amicizia professionale fra due donne, accomunate dalla passione per le persone e le organizzazioni: Alessandra Croci, responsabile del personale di una banca a cui viene l’idea di riportare in un libro le storie, le capacità e i sentimenti di tante donne incontrate lungo il suo percorso professionale e di Angela Gallo, a capo di una società che supporta i processi di crescita delle persone, che raccoglie la sfida dell’amica e la porta a compimento appena dopo la morte di Alessandra.
Questo scrive Alessandra Croci a proposito di Angela Gallo:
“La tua ricerca nell’arricchire le capacità manageriali di contenuti in grado di trasformare i manager da persone di potere a persone in grado di concorrere la bene comune è una missione fondamentale”.
Affascinante missione! Questo è ciò che anche io cerco nella mia professione.
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Sottotitolo:
Ascoltare i sentimenti per far crescere le competenze
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Autore:
ANGELA GALLO presidente di Idea management Human Capital, da molti anni si occupa di programmi di assessment e sviluppo manageriale, di bilancio di competenze e di skill coaching.
Cosa mi ha insegnato questo libro:
1. Per far crescere le competenze è importante ascoltare e lavorare sulla nostra parte emotiva e sui nostri sentimenti, senza censurarli.
2. Quando un risultato non arriva, pur in presenza di buone capacità, è probabile che ci sia un sentimento distruttivo che sta prendendo il sopravvento. Quando entrano in gioco, i sentimenti distruttivi abbassano notevolmente l’efficacia di esercizio delle competenze, distruggono energie, intelligenze e ricchezze.
3. Sentimento positivo e sentimento distruttivo sono due facce della stessa medaglia: nello sviluppo della nostra persona e della nostra professionalità, penso non ci siano capacità raggiunte per sempre, ma occorre continuamente fare un lavoro su di sé in un percorso di miglioramento continuo.