Il cambiamento del mondo in cui viviamo è sempre più accelerato, per le evoluzioni della tecnologia, della società, dell’economia. E questo cambiamento sta avvenendo ad una velocità superiore a quella con cui le persone (i nostri leader, le istituzioni, le nostre società) riescono ad adattarsi.
Pensiamo che per le aziende l’innovazione, la trasformazione e il cambiamento (usiamo queste tre parole come sinonimi, anche se hanno accezioni differenti) siano elementi indispensabili per rimanere competitivi e che ciascuna azienda debba imparare come si fa a cambiare continuamente, pur mantenendo un proprio equilibrio.
Le aziende che non cambiano muoiono
L’unica costante del mondo d’oggi è il cambiamento. Nessuna azienda potrà sopravvivere senza trasformarsi continuamente. Per un’organizzazione la capacità di innovare è fattore di successo, un potente antidoto contro l’invecchiamento, il declino e la morte.
“Se il tasso di cambiamento esterno è maggiore di quello interno, la fine è vicina”
sostiene Jack Welch ex CEO di General Electric.
Nessuno degli indicatori tradizionali quali gli anni di storia, la reputazione e le vendite possono garantire di per sé la sopravvivenza di un’azienda, non sono più barriere all’ingresso per altri competitor. La maggior parte delle aziende è nata in epoca analogica: la storia passata non è più sufficiente per rimanere vincenti e le economie di scala possono diventare un ostacolo piuttosto che un vantaggio competitivo.
Uno studio di Innosight del 2016 sulla Corporate Longevity prevede che entro dieci anni la metà delle società attualmente presenti nell’indice S&P 500 non ne faranno più parte.
Serve imparare a cambiare continuamente
L’utilizzo di strumenti lineari e tendenze del passato per fare previsioni su un futuro in accelerazione esponenziale non è più ragionevole.
È noto a tutti il caso di Kodak, che dichiarò bancarotta nel 2012 dopo aver inventato – e scartato prima di lanciarla sul mercato – la fotocamera digitale: più o meno nello stesso momento in cui i 17 mila dipendenti di Kodak perdevano il lavoro, la start-up Instagram, attiva da tre anni e con solo 13 impiegati, veniva comprata da Facebook per un miliardo di dollari.
Per cambiare le aziende devono avere la consapevolezza della necessità di apprendimento e trasformazione continui, in un territorio in cui quello che non sappiamo è più di quello sappiamo.
La trasformazione parte dai bisogni del cliente a cui rispondere attraverso le proprie persone e le tecnologie più adeguate.